Il Biliardo

Il biliardo, o bigliardo, è un gioco complesso e di origini molto antiche, che oggi è corretto definire disciplina sportiva a tutti gli effetti con l’organizzazione di tornei internazionali e campionati del mondo per singola specialità.
Il gioco è svolto in un campo rettangolare circondato da sponde e la cui superficie è ricoperta da un caratteristico panno morbido. Si gioca utilizzando delle bocce sferiche dette bilie o biglie.
Le biglie sono mosse tramite l’uso di un’asta denominata stecca, oppure sono lanciate con le mani (nella variante chiamata boccette).

Origini

ll primo tavolo da biliardo di cui si ha notizia è quello ordinato da Luigi XI, sovrano di Francia, nel 1470.
Le origini di un gioco imperniato sullo scivolamento controllato di biglie sferiche su un piano liscio e orizzontale sono da taluni individuate in giochi della remota antichità, sebbene per trovare buone rassomiglianze col gioco attuale si debba attendere il XV secolo, quando in Francia comincia a diffondersi un tipo di tavolo (derivato da quello per il gioco del Bagatelle) adatto per un gioco assai simile a quello chiamato carambola.
La diffusione continentale fu alquanto rapida, e parallelamente in Inghilterra (dove presumibilmente erano giunte notizie sulle proporzioni dei tavoli, ma non sulle misure) si cominciò a lavorare su tavoli molto grandi, che poi avrebbero ospitato il gioco dello snooker.
Curiosamente, il gioco ebbe pronto successo tanto fra le classi elevate che fra quelle popolari. Ad esempio, mentre la specialità di gioco all’italiana a cinque birilli fu praticato nelle corti aristocratiche, specialmente presso i Borboni, la specialità denominata goriziana, come l’etimo suggerisce, nacque in zone di contado e fu subito gioco di popolo. Anche tra le gerarchie ecclesiastiche non mancarono appassionati, visto che, ad esempio, il Legato Pontificio di Forlì, negli anni Venti dell’Ottocento, si fece appositamente costruire un biliardo da un artigiano locale.
Il materiale con cui preferibilmente venivano realizzate le bilie era l’avorio ma progressivamente esso fu abbandonato, a causa del suo alto costo e della sua scarsa qualità, e sostituito con la resina artificiale.
Il gioco ebbe largo seguito anche nel continente americano, dove nacquero nel primo Novecento, anche grazie alle possibilità tecnologiche, le biglie colorate e numerate. Queste biglie generarono varianti di gioco molto diverse (le principali sono circa una dozzina), tutte riferite a tavoli con buche allargate. Per questa ragione i tavoli con buche allargate sono anche detti “a buche americane”. Le varianti americane del biliardo sono particolarmente spettacolari.

I tavoli

Il tavolo da biliardo è un rettangolo generalmente in proporzione 2×1, cioè il cui lato lungo misura il doppio della lunghezza del lato corto, ma vi sono anche eccezioni.
Le buche, per i tavoli che ne sono provvisti, sono in numero di 6: quattro agli angoli e due al centro delle sponde lunghe. Tuttavia esistono dei modelli degli antichi tavoli a buche strette che hanno solo quattro buche agli angoli.
Il piano di gioco è costituito da grosse lastre di ardesia (il materiale di cui sono costituite anche le comuni lavagne scolastiche). La superficie del piano di gioco e delle sponde è costituita da un morbido panno, solitamente verde. Oltre a dover essere perfettamente in bolla (cioè perfettamente orizzontale) e pulito, il tavolo deve avere le sponde di un’elasticità ottimale, tale da:
1) restituire nel tiro “pulito” (cioè privo di effetti) un angolo di uscita perfettamente simmetrico all’angolo di entrata (intendendosi per entrata e uscita le traiettorie con cui la palla colpisce la sponda e con cui ne viene respinta), anche se, nella reale pratica, il rimbalzo sulla sponda, dovendo obbedire alle leggi della fisica, non sarà mai perfettamente simmetrico, ma l’angolo d’uscita sarà sempre un po’ più aperto di quello d’entrata, apertura che aumenterà proporzionalmente all’aumento (allargamento) dell’angolo d’entrata, e
2) “reggere” gli effetti, ovvero le sponde devono produrre una traiettoria di uscita conforme all’incremento di rotazione assiale conferito alla palla.
Le dimensioni possono variare di molto, a seconda delle locali tradizioni e consuetudini. Il più grande è il tavolo inglese per lo snooker.
Nella produzione moderna, a partire dalla fine degli anni sessanta, il tavolo è talvolta riscaldato elettricamente allo scopo di mitigare l’umidità e diminuire l’attrito del panno. Ciò consente traiettorie regolari e una maggiore percorrenza delle biglie.
Il panno che ricopre il piano e le sponde è generalmente di colore verde, ma sono diffusi nel mondo tavoli con panno blu o rosso. Anche il panno può influire sulla scorrevolezza e traiettoria delle biglie. Le competizioni ufficiali si giocano sempre su biliardi con panno nuovo.