Il biliardo come sport

CHE COS’ È IL BILIARDO SE NON UNO SPORT? 

Considero, da tempo, il gioco del Biliardo fonte di salute mentale e fisica; nelle sue varie specialità esso richiede temperamento, equilibrio psico-fisico, intelligenza ed autocontrollo neuro-muscolare. Lo sport del Biliardo può avere: fini ricreativi (distrae e diverte); fini educativi (favorisce il movimento e la psicomotricità); fini agonistici (competizioni individuali e di squadra); fini professionistici. Lo sport, quindi, non è soltanto l’attività di educazione fisica scolastica o di palestra, comunque utile per un potenziamento fisico o per un recupero riabilitativo, attraverso ripetuti esercizi, intesi ad ottenere una maggiore tonicità ed elasticità muscolare. Lo sport è anche una forma di gioco utile per tutti e da praticare, ma anche divertente da vedere. Inoltre esso offre la possibilità, per spettatori ed appassionati, di proiettarsi ed identificarsi negli atleti in campo. Lo svolgimento di attività sportive provoca nel soggetto dei miglioramenti, i quali possono essere: maggiore capacità a tollerare gli insuccessi; possibilità di esprimere, dominare e controllare la propria aggressività; maggiore sicurezza di sé; senso di partecipazione sociale derivante dall’accettazione di categorie comunione di valori; maggiore aderenza alla realtà; gratificazione dei bisogni esibizionistici. Lo sport riveste una notevole influenza nello sviluppo del giovane e contribuisce a formare il fisico, la personalità e le abitudini sociali. La pratica sportiva è un mezzo per sviluppare caratteristiche positive come la capacità di affrontare e superare difficoltà, la consapevolezza delle proprie possibilità, l’autonomia, la motivazione, il successo, la capacità di collaborare con gli altri. Il ragazzo in età adolescenziale che si accinge a fare sport porta con sé, nel rapporto con gli altri compagni, le sue dinamiche familiari non risolte. Il ragazzo quindi rivive alcuni dei suoi conflitti interiori nella situazione agonistica e nei rapporti interpersonali. Per ottenere una buona performance atletica sono necessarie le seguenti condizioni: “gambe, cuore e testa”, cioè una buona condizione fisica, capacità tattiche e motorie, ed un buon controllo emotivo sulle situazioni ed abilità mentali sviluppate. Non è ancora dimostrato e non si hanno dati sufficienti per sostenere che lo sport abbia un’influenza predominante sull’elemento quantitativo dell’intelligenza, ma si può affermare che lo sport favorisce un miglioramento qualitativo dell’intelligenza, grazie ad un’efficacia sensoriale aumentata che porta ad una diminuzione dei tempi di reazione, al miglioramento della discriminazione visiva, della sensibilità kinestesica e dell’attenzione. Quando vedo un ragazzino giocare a Biliardo, personalmente mi rallegro e quasi mi commuovo.
Il giovane atleta è solo, si cimenta con sé stesso, deve scegliere il tiro, realizzare il punto, costruire la serie… Diventerà certamente un uomo “con le spalle larghe” e con “la testa sulle spalle”, dovrà operare delle scelte, affronterà la vita…! Il miracolo, ora, si è compiuto: come d’incanto, la follia che rende l’uomo bambino si è trasformata in senno, equilibrio e raziocinio. Il palloncino colorato simboleggia l’uomo che ha imparato a librarsi nel cielo Il gomitolo di lana non c’è più; ora si gioca sul serio, si gioca a Biliardo, sul mondo intero. Dedicato ai giovani ed ai loro genitori. Dedicato alla sensibilità degli sponsor di questa manifestazione. Dedicato anche e soprattutto all’ intelligenza degli Amministratori degli Enti Locali per i quali aggiungo: Gli uomini politici capaci di innovare e di investire nella cultura e nello sport come state facendo Voi sono, a mio modesto parere, ciò che veramente serve, ed ancora amo ripetere una frase: “ogni lira investita nello sport e nella cultura, è una lira risparmiata, anni dopo, nei servizi sociali.” Auguro a Voi ed a tutta la manifestazione un importante successo, pari almeno all’impegno che avete profuso nella organizzazione e nel sostegno politico e materiale per il 2° Trofeo Città di Modica.
Cronistoria La storia completa del Biliardo, curata da Giuseppe Di Corrado, è pubblicata sul sito ufficiale della F.I.Bi.S. all’indirizzo www.fibis.it. 1400 Già si gioca a Croquet (“Palla-Maglio”) con biglie e bastoni. 1470 Viene realizzata un’acquaforte, una della prime rappresentazioni grafiche del biliardo a terra. 1576 Maria Stuarda, Regina di Scozia, si lamenta di non potere giocare al biliardo nella sua prigione. 1607 Shakespeare fa dire a Cleopatra” giochiamo al biliardo”. 1674 Primo regolamento scritto sul biliardo” The compleat gamestet” di Charles Cotton. Alcune regole sono ancora in vigore oggi, il tiro alla sponda, il piede per terra… 1674 Incisione di un biliardo che conta 6 buche, 2 biglie più un archetto( “le Port”) ed un bersaglio verticale appuntito: il “Re”. 1700 Evoluzione dei tavoli: l’archetto ed il “Re” spariscono. 1716 Gli Elettori di Saxes votano un decreto che vieta alla donna di lavorare in una sala di biliardo. 1740 “Das Biliardspiel” incisione colorata di Engelbretcht, un tavolo con tappeto verde senza buche. 1770 Introduzione della terza biglia, dipinta in rosso e chiamata “Carambole”. 1799 Biliardo a 6 buche ed infine delle stecche di biliardo – caricatura di T. Rowlandson – ma senza cuoio (tappo) all’estremità; ci voleva la solitudine della galera per mettere dell’effetto..! 1807 Mingaud, in prigione, inventa il “cuoio” tra il 1807 ed il 1818. 1807 E. White scrive il 1° trattato popolare intitolato” Il biliardo” . 1829 Primo trattato sull’utilizzazione delle stecche munite di un “tappo” in cuoio. 1845 Viene utilizzato il “Caoutchouc” per le sponde – grazie a Mr Charles Goodyear. 1850 “Billiards without a master” di M. Phelan presenta numerose innovazioni, tra cui le “mouches”. 1850 Moltiplicazione dei tavoli senza buche “: alla Francese” ; è la nascita dei diversi modi di giochi del biliardo francese. 1858 Il “New York Time” pubblica regolarmente i risultati dei “matchs” di biliardo. 1859 M. Phelan avendo guadagnato la gigantesca somma di 15000 $, in un torneo, crea una società di costruzione di biliardi…. La “Brunswick Corporation”! 1866 Incisione su legno del Biliardo Book del capitano Crawley, 6 buche ed i famosi calci in legno. Le sponde sono in effetti delle tavole in legno chiamate” Rives”. 1868 J. W Hayatt inventa la Celluloide e salva molti elefanti…per via delle zanne d’avorio… 1869 Incisione di una competizione di biliardo a 4 biglie su di un tavolo a 4 buche. 1873 M. Garnier si aggiudica il 1° campionato del mondo di biliardo “Carambola” a New York. 1875 Nascita dello Snooker nelle Indie Inglesi…. 1879 Invenzione delle linee sul biliardo. La specialità “Quadro” è nata! 1888 Pittura ad olio di V. Van Gogh che raffigura un bel biliardo da Carambola. 1888 Un geniale Britannico propone di giocare al biliardo americano attribuendo 1 punto per ogni biglia imbucata. Comincia a nascere il gioco di serie (un punto dopo l’altro, una biglia imbucata dopo l’altra). I regolamenti attuali saranno messi a posto soltanto verso 1910. 1907 Il primo regolamento del gioco della “Palla 8”, inventato per la “Brunswick Company” per vendere un po’ più di tavoli; le biglie erano ripartite in 2 gruppi, 7 rosse,7 gialle e la biglia n° 8 era nera. 1925 Finale mondiale alla specialità “Quadro”, a 400 punti. Partecipava J. Schaefer Jr. 1938 R. Conti sbaraglia alla grande gli americani Cochran & Schaefer, all’epoca del V campionato del mondo alle 3 sponde. 1960 Il gioco della “Palla 9” è introdotto in competizione.

BILIARDO, BILIE E PANNO VERDE: UNA PASSIONE CHE NON HA CONFINI NOTIZIE E CURIOSITÀ DAL MONDO DEL BILIARDO 

Una storia millenaria: In un passo della sua Odissea, circa tremila anni fa il grande Omero (anch’egli sepolto nel mito) accenna al gioco dei birilli; e potremmo considerare i birilli quali gli antenati del Biliardo. Dal francese billard, propriamente ‘bastone ricurvo per spingere delle palle’ da bille ‘parte di albero pronta per essere lavorata’. Questa l’etimologia del termine biliardo, secondo il vocabolario Zingarelli, che trascura però la rivendicazione inglese di un’origine da balyard, che sta a indicare uno strumento di legno simile a un bastone, usato per colpire delle bilie. Il biliardo moderno è probabilmente un’evoluzione di giochi di società con bilie o sfere anche molto antichi. Sembra che già nell’ antico Egitto, in Grecia e in Oriente si praticasse un gioco direttamente sul terreno, colpendo le bilie con lunghi bastoni in modo che si urtassero e assumessero diverse posizioni. In epoca medievale, giochi simili si registrano in Irlanda e in Inghilterra, con la pratica del balyard, ma fu la Francia del XVI secolo il teatro dell’evoluzione verso forme più moderne del gioco con bilie e bastoni. Il primo cambiamento significativo fu l’innalzamento della superficie di gioco, dal terreno all’ aperto ad ampi tavoli al coperto. Si trattava di strutture a sponde basse, sulle quali si giocava con bilie piccole, a colpi diretti e senza effetti o attacchi complicati. In breve tempo diventò lo sport praticato a corte da aristocratici e cortigiani. Sembra che nel secolo XVIII i giocatori provetti ottenessero i favori del re insegnandogli a giocare e…lasciandolo vincere. Il successo favorì i miglioramenti tecnici: i tavoli furono costruiti in legno, in marmo e in ferro e ricoperti, le sponde imbottite di crine e coperte con bande di gomma per permettere al giocatore di appoggiarsi. Del biliardo fu riconosciuta immediatamente la capacità di sviluppare l’intelligenza e la capacità di riflessione, al punto che, sempre nel XVIII secolo, un’ordinanza del Re vietava l’installazione di tavoli da biliardo in locali pubblici, per ridurne la popolarità e il conseguente pericoloso effetto sul volgo. L’arrivo in Italia sembra essere legato al nome di Giovacchino Garuffa che, già affermatosi a Parigi come artigiano del legno, fondò a Roma nel 1763 l’Officina per la Fabbrica e Restauro dei Biliardi”: Ovviamente, i primi biliardi vennero costruiti secondo i sistemi dettati dalla Francia e cioè senza buche e con sponde completamente in cimosa, dedicando la massima cura al mobile, elemento decorativo per ville principesche. Fu solo grazie ad Aristodemo Garuffa (1784), primo costruttore del “biliardo italiano”, che il tavolo da gioco subì sostanziali modifiche apportate dalla dotazione di sei buche ed altrettante gambe, insieme ad un aumento delle dimensioni complessive. Si arriva così al secolo scorso, che vede la nascita del biliardo moderno con la definizione dei regolamenti e la messa a punto di nuove, sofisticate tecniche di gioco. Sulla punta della stecca appare il girello, il tondino di cuoio che consente di dare colpi di ritorno ed effetti, e contemporaneamente il gessetto, usato per migliorarne la presa sulle bilie. Ritorna allora il nome della famiglia Restali, nella persona di Santi Restali che ideò appunto l’applicazione del girello di cuoio alla stecca. Il gioco, che era già diventato il divertimento preferito della nobiltà, iniziò ad arrivare sino ai circoli ed ai principali caffè dell’epoca, facendo nascere le prime “sale da biliardo” sempre più frequentate da giovanissimi. Ai primi del ‘900 si affermano i campioni italiani, nella specialità oggi conosciuta come “5 quilles” ma nota come “biliardo all’italiana”. E dal nostro paese, in concomitanza con il fenomeno storico e sociale dell’emigrazione, il biliardo all’italiana si diffonde anche all’estero: in America Latina, negli Stati Uniti, in Australia. Due sono le date importanti: nel 1951 nasce a Vercelli la prima associazione ufficiale del biliardo, denominata F.I.A.B. (Federazione Italiana Amatori Biliardo), riconosciuta dalla C.E.B. (Confédération Européenne de Billard) e dalla U.M.B. (Union Mondiale de Billard); nel 1965 viene organizzato a Santa Fé, in Argentina, il 1° Campionato del Mondo della Specialità Stecca 5 birilli. Albo d’oro Campionato del Mondo “5 birilli” nominativi….. War-Billard: un successo internazionale. La rapida divulgazione internazionale della specialità “5 birilli e 9 birilli” si spiega con la definizione War-Billard – Attack and Defence, che esprime chiaramente lo spirito e l’essenza del gioco. La specialità del biliardo “5 birilli e 9 birilli” , infatti, agisce sull’alternanza al tiro dei giocatori, cercando, per chi batte, di realizzare punti (attack) e nel contempo ricercare la copertura (defence). Le altre specialità di biliardo anglosassoni invece, quali lo Snooker, il Pool e la Carambola Francese, agiscono sulla sequenza positiva di un singolo giocatore, che continua il suo gioco fino all’eventuale errore. La sola specialità “5 birilli e 9 birilli” consente, dunque, la competizione diretta con un secondo giocatore col quale interagire e misurarsi. Lo spettacolo supera il limiti del panno verde. Forse per quell’equilibrio magico di spettacolarità, scientificità e agonismo sportivo che lo caratterizzano, il biliardo ha ripetutamente ispirato scrittori e artisti. Il cinema, soprattutto, ha attinto all’ambiente e all’atmosfera di questo sport per produrre opere di alto valore. Dall’Oscar per Paul Newman alla commedia nostrana, un unico protagonista: il biliardo. Ne Lo spaccone (The Hustler, USA 1961, b/n, 135’) il vero protagonista è il desiderio di vincere e la sua lettura pessimista della vita come gioco inutile.Il giocatore di biliardo Eddie Felson, interpretato da Paul Newman ha un unico scopo: battere il campione Minnesota Fats, guidato da uno spietato affarista, interpretato dall’attore George C. Scott. Eddie raggiungerà il successo ma anche la propria disfatta e, soprattutto, la perdita dell’unica cosa importante della sua vita, l’amore per la delicata Piper Laurie. Tutta la vicenda ruota attorno all’atmosfera forte ed intensa dell’ambiente del biliardo, magistralmente descritta dal regista Robert Rossen (lo stesso di Mambo, con Silvana Mangano e Vittorio Gassman) e dal direttore della fotografia Eugen Schüftan, che in questa occasione vinse vinse l’Oscar. Vent’anni dovrà aspettare invece Newman per lo stesso riconoscimento dall’Accademia, ottenuto con Il colore dei soldi (The Color of Money, USA 1986, col., 119’), seguito da Lo spaccone e dotato di un altrettanto ricco cast. Sotto la regia di Martin Scorsese si svolge la vicenda che vede al fianco dell’ormai mitico giocatore di biliardo Eddie Felson, il promettente Tom Cruise, prima allievo di Newman e poi avversario. Il personaggio femminile è affidato a Mary Elisabeth Mastrantonio. Torna dunque il clima competitivo del biliardo, con più cinismo e avidità. La passione vera per il biliardo permea invece la storia di Io, Chiara e lo Scuro (Italia 1982, col. 103’), interpretato con la sua tradizionale comicità, da Francesco Nuti. Il protagonista si intestardisce in una sfida continua con il campione Marcello Lotti, lo Scuro, che, se da un lato lo travolge nei debiti di gioco, dall’altro gli permette di scoprire l’amore per l’affascinante vicina di casa, Giuliana De Sio. Una commedia, dunque, che in parte inverte i temi de Lo spaccone e che conferma il prestigio di uno dei nostri più grandi campioni. Stessi protagonisti per il seguito non dichiarato Casablanca, Casablanca (Italia 1985, col., 105’), dove Nuti è anche regista. Francesco e Chiara tentano di ricucire la crisi in occasione della tournée di lei e della partecipazione di lui al campionato del mondo di biliardo. Lo sfondo è, naturalmente, Casablanca, ma la nostalgia non si rivolge a Bogart quanto all’ottavina reale a nove sponde. Il controcanto biliardistico è affidato nuovamente alla simpatia dello Scuro.