Il passato è la molla del futuro 

LE ORIGINI: tra mito e storia… a cura del prof. Giuseppe Di Corrado Ricostruire la storia del Biliardo non è certo impresa facile; si rischia, forse, di perdersi nella notte dei tempi. In un passo della sua Odissea, circa tremila anni fa il grande Omero (anch’egli sepolto nel mito) accenna al gioco dei birilli; e potremmo considerare i birilli quali antenati del Biliardo. Ciò farà certo felici i giocatori di “5 Birilli”. Ancora, in alcuni bassorilievi scolpiti da artisti ateniesi, si possono notare dei giovani che, tenendo tra le mani dei lunghi bastoni ricurvi, si contendono una bilia. Il 1429, anche se molto discusso, pare sia l’anno della fondazione del Biliardo. Apparve, infatti, a Parigi un libro dal titolo “Journal d’un bourgeois de Paris” d’autore sconosciuto nel quale era spiegato come dovesse essere giocato il gioco del Biliardo (Billard). Bisognava fare scorrere sul terreno delle bilie spingendole tramite, appunto, bastoni ricurvi. Carlo IX, sovrano di Francia, si appassionò moltissimo a questo gioco. Ma già gli inglesi coltivavano da qualche tempo un gioco simile all’attuale “Croquet”, che originava dal vecchio gioco francese detto “Bilie-Maille” (Biliamaglio o Pallamaglio). Da molti però si vuole che il vero inventore del Biliardo sia stato Enrico Deligne. Dal “Mall” (termine inglese) sarebbe dunque derivato il Biliardo e dobbiamo ai prati verdi della Gran Bretagna il colore del panno attuale. Vedete dunque che le idee non sono abbastanza chiare per quanto riguarda la vera origine del Biliardo. Il primo tavolo da Biliardo di cui si ha notizia è quello ordinato da Luigi XI, sovrano di Francia, nel 1470. Una notizia ancora più precisa è quella che ci informa come nel XV secolo un certo Francois Villon, morto nel 1489, tra le altre cose lasciò agli eredi nel proprio testamento “un biliardo nel quale è spinta la bilia”. In alcuni documenti si accenna al fatto che nel 1500 Napoli fosse una delle prime città in cui il Biliardo prendesse voga. Altre seguirono, come Mantova e Firenze. Anzi in quest’ultima se ne cita il nobile Pandolfo de’ Pucci come il primo introduttore, ed ivi il poeta Niccolò Martelli compose una bella canzone (un madrigale) sul Biliardo (chiamato anche “Gugole”, probabilmente dal tedesco “Kugel” che significa bilia). Altri ci narra che Carlo IX, il 24 agosto 1572, durante la terribile notte di San Bartolomeo, abbandonò la stecca per accorrere sulla veranda della sua magione a tirar d’archibugio sugli Ugonotti e sul popolo tumultuante. Altri cita Maria Stuarda che, imprigionata nel castello di Fotheringay, nel 1587 si lagnava con l’arcivescovo di Glasgow d’essere stata, dai suoi carnefici, privata del suo tavolo da gioco. Si narra che, il corpo senza testa della Regina di Scozia, dopo la sua esecuzione capitale, venisse avvolto nella stoffa verde del suo Biliardo. Una antica sala da Biliardo a Napoli. 

Nel 1514, nell’inventario dei mobili di Carlotta d’Albret (madre di Enrico IV re di Francia) saltò fuori un Biliardo ricoperto di panno verde. E’ nella scena quinta del secondo atto della tragedia “Antonio e Cleopatra” (1609) di W. Shakespeare che troviamo il primo accenno storico al gioco del Biliardo; infatti, la famosa regina gioca una partita a Biliardo con il suo eunuco favorito Charmian. Ma poiché l’accenno si riferisce ad un periodo molto anteriore alla nascita di Cristo è certo che il Biliardo di cui si parla nella tragedia non può essere quello che si pratica oggi ed inoltre non si è certi che l’autore non sia venuto meno, per le sue esigenze poetiche, alla fedeltà nei riguardi della verità storica. Nel 1616, Ben Jonson menziona la levigatezza di una palla da Biliardo nel suo dramma “Il Diavolo è un asino”. Dobbiamo giungere al XVII secolo per trovare finalmente la spiegazione della parola “Biliardo” in un libro edito nel 1668: “Il Biliardo è una specie di gioco che si svolge su un tavolo sul quale è teso un panno e le bocce sono spinte l’una contro l’altra con una punta di legno chiamata biliardo”. Dunque quella punta di legno corrisponde alla nostra stecca di oggi, anche se è molto improbabile che essa avesse le caratteristiche attuali. Certo è che per “carambolare” si intendeva “colpir un bersaglio”. Già nel 1591 Edmund Spenser, poeta alla corte della regina Elisabetta d’Inghilterra, scriveva: “With dice, with cards, with billiards far unfit with Shutter cocks, miss mind manly wit.” facendo chiaro riferimento al Biliardo. E qui mi cimento in una difficile traduzione, perché da un inglese arcaico: “Con i dadi, con le carte, con i biliardi, incapace coi galli di Shutter, perdo la testa e la saggezza dell’uomo.” Nel 1610, in Francia, con l’autorizzazione ad aprire locali pubblici, conferita alla Corporazione dei “Billiardiers et Paumiers”, anche il popolino poté beneficiare di questo gioco riservato sino allora soltanto ai nobili. Durante il regno di Giacomo I gli inglesi praticavano il gioco del Biliardo con tre bilie su di un tavolo di Mt. 3,60 x Mt. 1,80. Il tavolo e le sponde erano di legno e vi erano otto buche. Invece in Francia i Re praticavano il Biliardo francese, senza buche. Sul finire del 1600, Luigi IV, che doveva mantenere una corte di circa 3.000 persone, fa installare un Biliardo in una sala del suo nuovo palazzo di Versailles, con 26 candelieri e 16 candelabri da pavimento. H. G. Wells scriverà più tardi di lui: ”Quel Luigi guidò il suo paese verso il fallimento, con una dignità così elaborata, che ancora oggi esorta la nostra ammirazione.” A tale proposito si racconta che Luigi XIV, che era un gran mangiatore e bevitore, era solito giocare a Biliardo per digerire. Infatti, il suo medico di nome Fagon, per fargli digerire la piramide di vettovaglie inghiottite, gli aveva raccomandato di giocare molto a Biliardo. Ed una ragione c’era! infatti, il tavolo misurava non meno di dodici metri di perimetro, le stecche pesavano circa sei volte il loro peso attuale e le bilie erano molto grosse e pesanti, tanto che per fare una carambola a tre sponde bisognava avere la forza di Ercole! Tra i cortigiani coi quali il re Sole giocava a Biliardo v’era un certo Chamillart la cui forza e le cui destrezza nel giocare gli valsero titoli e cariche onorifiche, tanto che quando egli morì nel 1721 il suo epitaffio lo ricordava in tal modo: “Qui giace il famoso Chamillart, protonotario del suo re; egli fu un eroe al biliardo, ma uno zero come ministro.” 

Nel 1792, Luigi XVI e Maria Antonietta giocano a biliardo nella vigilia del loro imprigionamento. Si dice che la sua stecca sia stata foggiata da un’unica zanna di elefante e decorata con lavori ad intarsio di oro. Si dice che Lei strabiliò il Re nel finale della partita. Lo scrittore americano John Grissim ebbe a dire:” La donna era in gran forma, ma lo fu anche il suo carnefice.” Thomas Jefferson vorrebbe installare un tavolo di biliardo in Monticello ma è contrastato dal Governo che proibisce categoricamente il gioco. Il primo libro in inglese dedicato completamente al gioco del Biliardo appare con E. White in “Un Trattato Pratico sul Gioco di Biliardo”, a Londra nel 1807. Durante l’esilio a Sant’Elena, Napoleone, appassionato ed entusiasta giocatore di Biliardo, riceve, con grandissima gioia, un tavolo da gioco, espressamente speditogli dall’Inghilterra. E persino Giorgio Washington giocò una memorabile partita a due col Generale francese Lafayette, in visita da lui. Durante il regime del Terrore, fatto prigioniero, il capitano Mingaud, nel 1790, passava il tempo a scrivere cose di Biliardo; proprio a lui si deve, nei primissimi anni del 1800, tutta una serie di innovazioni riguardanti la stecca. Il Mingaud pensò, infatti, che la punta della stecca, che prima terminava a mò di una sezione di cono, si dovesse ricoprire con un pezzetto di cuoio. Questa invenzione permise di effettuare i “rétro” ed i “massé‚” che allora sembravano stregonerie. Dopo la sua liberazione, il capitano Mingaud si mise a viaggiare per l’Europa, dando esibizioni sui colpi che potevano essere eseguiti con le “diavolerie” da lui inventate. Uno spettatore ebbe a gridare “Costui ha la mano del Diavolo in persona! Si ha notizia che Napoleone I degnava il Biliardo delle sue attenzioni durante i brevi momenti d’ozio. Si vuole pure che Pio IX alternasse le passioni politiche con quella del Biliardo. La passione per il gioco coinvolgeva a poco a poco quasi tutti ed anche uomini di scienza; infatti, un grande matematico di quell’epoca, Coriolis, pubblicò nel 1835 un’opera dal titolo “Teoria matematica degli effetti nel gioco del biliardo”. In essa si trovano le prime nozioni sulla teoria dell’urto dei corpi elastici. Etienne Loysson scrisse un’opera sulle regole del gioco del Biliardo, poiché notava (come ci informa il grande Maurice Vignaux) che “molte persone per bene “litigavano”a cagione del gioco”. Così giungiamo al 1854, anno in cui l’americano Phelan inventò la sponda elastica che fu ricoperta dallo stesso panno che da poco tempo si tendeva sul tavolo da gioco. Anche in quel periodo una società americana, Brunswick-Collender & C., sostituì il piano di legno con l’ardesia. F.I.Bi.S. – FEDERAZIONE ITALIANA BILIARDO SPORTIVO Breve storia del Biliardo Pagina 4 di 12 E’ dunque in quest’epoca che il Biliardo assume la sua forma definitiva; bilie d’avorio (oggi di materiale sintetico), piano di gioco d’ardesia, sponde elastiche ricoperte di drappo fine e tappi di cuoio alle estremità delle stecche. E’ nel 1855 che è giocata a San Francisco la prima partita ufficiale di carambola tra l’americano Phelan e il francese Damon, in tre riprese di 100 punti ciascuna e su un tavolo di Mt. 3,60 x Mt. 1,80. La partita fu vinta da Phelan al quale riuscì la serie più lunga: ben nove carambole consecutive! E ci volle parecchio tempo prima che aumentasse il numero di carambole consecutive ed era opinione comune che nessuno riuscisse a realizzare 50 punti consecutivi. Una ragione c’era alla base di tale opinione; infatti, anche se il diametro delle bilie era stato ridotto di molto e da alcuni chili di peso erano stati tolti alle stecche, tuttavia si continuava a giocare violentemente perché si credeva che le più belle carambole fossero quelle che, una volta eseguite, allontanassero quanto più possibile le bilie l’una dall’altra. Nel 1873 il gioco si era molto diffuso ed il primo campionato del mondo di carambola fu organizzato in America, precisamente allo Irving Hall di New York, su un tavolo di Mt. 2,85 x Mt. 1,425, dimensioni che tra l’altro non sono più cambiate. Le partite erano giocate a 300 punti ed il campionato fu vinto dal maestro francese Albert Garnier che, tra le altre, realizzò una serie di 118 punti. Nel 1889 il Vignaux pubblicò un manuale dal titolo lunghissimo; ” Théorie des effets, coups de séries, détermination du point de choc, quantité de billes, différence entre le point de choc et le point de visé, angles de déviation, vis‚ spéciale des coups de finesse, etc.” Questi i primi giocatori; ma circa l’origine, l’invenzione propria del Biliardo, le opinioni sono ancora più disparate. Ma quasi come tutto ciò che allevia la nostra attuale esistenza, anche il Biliardo è venuto su da sé a poco a poco, per forza di tempo, evolvendosi e perfezionandosi a mano a mano attraverso le generazioni. Nulla di più semplice, infatti, di concepire un corpo più o meno atto a rotolare, sferico, spinto su di una superficie più o meno piana, con l’intenzione di fargli raggiungere uno scopo qualsiasi. Non vediamo tuttora i ragazzi, in certe vie remote, spingere le arance sul suolo per colpirne un’altra o cadere in una buca precedentemente preparata? Non ci dà tutto questo l’idea di un Biliardo primitivo? E se tutto ciò avviene su di un prato verde, l’idea non è ancora più somigliante con il panno verde? E se vogliamo un altro esempio: chi non ha osservato qualche volta nelle bettole campagnole un quadrilatero sul suolo, abbastanza spianato e liscio, cinto da assi di legno, tentando ciascun giocatore di avvicinarsi con la propria bilia ad un’altra più piccola? Non è forse questo un Biliardo primitivo? Difatti, eleviamo da terra questo piano, perché lo stare curvi incomoda, ricopriamolo con un tappeto verde, un panno, per renderlo più liscio e fare scorrere meglio le bilie; gli assi laterali copriamoli con qualcosa di morbido per raddolcire l’urto ed il rumore; non è questo un Biliardo? E perché gli antichissimi nostri padri non avrebbero dovuto pensarci, perché ai monelli dell’epoca romana non doveva sorgere l’idea di fare rotolare sul prato o sul suolo piano un’arancia, un pomo, un corpo qualsiasi poco angoloso? Pare dunque vano affannarci a ricercare il primo che ebbe tale idea; certamente dal prato, dal quadrilatero delle bettole al Biliardo quale ora è, la differenza è enorme; ma solo nei dettagli, il principio è lo stesso. Così pure si pretende che in Inghilterra un certo William Kew nel 1550 usasse la sera, dopo gli affari, per distrarsi, spingere con la yard (asta di legno lunga uno yard, misura inglese) sull’ampio scrittoio ricoperto di stoffa verde, le tre bilie che aveva per insegna sulla sua bottega, e così dal diminutivo di William, che è Bill e da yard sarebbe derivata la parola “Bill-yard” e quindi Billiard cioè Biliardo. Un po’ astrusa, in verità! Si vuole ancora trovare l’origine del nome e del gioco stesso in un altro antichissimo passatempo inglese che si esercitava con sfere sui prati (ma gli inglesi in ogni epoca sono stati sempre fanatici per lo sport) e che si chiamava appunto Bayllard. Ma tutte queste versioni si perdono sempre nella fatidica notte dei tempi. Certo, nessuno ancora ha mostrato il Biliardo che fu tolto a Maria Stuarda o che Carlo IX lasciò la notte di San Bartolomeo, o quello che serviva a Luigi XIV a fargli smaltire le sue scorpacciate. Uno di questi mobili di quell’epoca sarebbe un prezioso documento storico, perché ci insegnerebbe in quale stadio fosse allora questo gioco, e come era fatto e ci permetterebbe di valutare quali progressi si siano raggiunti fino ad oggi. Il gioco del Biliardo è uno dei nobili, piacevoli, scientifici fra i giochi, ed uomini eminenti lo tengono in grande onore, lo apprezzano e lo gustano. Nel 1820 il tedesco Wilhelm von Abenstein si interessò alle fonti storiche del gioco del Biliardo. Il Vignaux contribuì moltissimo alla diffusione del gioco della Carambola. E’ con vero piacere che vediamo oggi la maggioranza civile, dai nobili agli umili, dai sommi ai mediocri, tutti amare e praticare tale gioco, e molti eccellere. Il grande scrittore americano Mark Twain (foto a sin.) fu un accanito giocatore di Biliardo e, tra i primi, si fece installare un Biliardo in casa. Egli ci ha lasciato anche un racconto che si imperniava tutto su di una famosa sfida al Biliardo. E siamo così arrivati anche al cinema, a films come “Lo spaccone” magistralmente interpretato da Paul Newman, “Io, Chiara e lo Scuro” e “Casablanca, Casablanca”, entrambi di Francesco Nuti. Da ricordare, molto recente, “Il colore dei soldi”, interpretato da Paul Newmann e Tom Cruise. Abraham Lincoln giudicava il gioco del biliardo ” ispiratore di salute ” , ” scientifico” e “ ricreatore della mente affaticata”. E, per il piacere dei “puristi della lingua” e di qualche “nostalgico”, gli aneddotisti raccontano di Mussolini che per riaffermare, con la purezza della lingua, l’italica paternità di un’invenzione contesa da francesi e inglesi ordinò: “ Si dica Bigliardo, non Biliardo! ”. Anche tra i grandi musicisti si citano, quali appassionati giocatori di Biliardo, Mozart e Verdi. In proposito si racconta che Verdi era proprio un accanito giocatore, mentre Mozart ebbe a dire ad un amico che soltanto il Biliardo poteva “rilasciare muscoli e nervi, dopo le fatiche creative più stressanti”. F.I.Bi.S. – FEDERAZIONE ITALIANA BILIARDO SPORTIVO Breve storia del Biliardo Pagina 6 di 12 Ecco alcuni famosi dipinti di altrettanto famosi pittori: “Au café” 1888 di Paul Gauguin. “La partie de Billard” 1893 di P.G. Jeanniot. “Le café de nuit” 1888 di V. Van Gogh “La partie de Billard” 1908 di J. Béraud. Oggi constatiamo che questa passione si va diffondendo sempre di più, allettando gli intellettuali, affascinando il popolo. Ed è perciò che il Biliardo, gioco eminentemente civile può dirsi un indice di progresso, della civilizzazione e della evoluzione dei popoli, perché‚ esso subentra là solo dove benessere e civiltà progrediscono. Le date importanti 1400 Già si gioca a Croquet (“Palla-Maglio”) con biglie e bastoni. 1470 Viene realizzata un’acquaforte, una della prime rappresentazioni grafiche del biliardo a terra. 

 1576 Maria Stuarda, Regina di Scozia, si lamenta di non potere giocare al biliardo nella sua prigione. 1607 Shakespeare fa dire a Cleopatra” Giochiamo a biliardo”. 1674 Primo regolamento scritto sul biliardo” The compleat gamestet” di Charles Cotton. Alcune regole sono ancora in vigore oggi, il tiro alla sponda, il piede per terra… 1674 Incisione di un biliardo che conta 6 buche, 2 biglie più un archetto( “le Port”) ed un bersaglio verticale appuntito: il “Re”. 1700 Evoluzione dei tavoli: l’archetto ed il “Re” spariscono. 1716 Gli Elettori di Saxes votano un decreto che vieta alla donna di lavorare in una sala di biliardo. 1740 “Das Biliardspiel” è un’incisione colorata di Engelbretcht e raffigura un tavolo con tappeto verde senza buche. 1770 Introduzione della terza biglia (o bilia), dipinta in rosso e chiamata “Carambole”. 1799 Biliardo a 6 buche ed infine delle stecche di biliardo – caricatura di T. Rowlandson – ma senza cuoio (tappo) all’estremità; ci voleva la solitudine della galera per mettere dell’effetto..! 1807 Mingaud, in prigione, inventa il “cuoio” tra il 1807 ed il 1818. 1807 E. White scrive il primo trattato popolare intitolato ” Il biliardo”. 1828 John Quincy Adams installa un Biliardo nell’appartamento presidenziale, provocando le critiche del Congresso Americano: “mobilia da gioco d’azzardo !” 1829 Primo trattato sull’utilizzazione delle stecche munite di un “tappo” in cuoio. 1833 Un tavolo da biliardo è tirato al traino da un mulo al Bent’s Fort in Colorado, sulla strada di Santa Fe. 1838 La Regina Victoria installa un Biliardo nel Castello di Windsor. 1845 Viene utilizzato il “Caoutchouc” per le sponde – grazie a Mr. Charles Goodyear. 1846 Pio IX installa un tavolo di biliardo nelle stanze del Vaticano. 1850 “Billiards without a master” di M. Phelan è il primo libro americano sul gioco del biliardo e presenta numerose innovazioni, tra cui le “mouches”. 1850 Moltiplicazione e diffusione dei tavoli senza buche “alla Francese” ; è la nascita dei diversi modi di giochi del biliardo francese. 1855 Napoleone III spedisce un tavolo di biliardo riccamente ornato in Russia, come regalo per l’incoronazione dello Zar Alessandro II. Dodicimila elefanti vengono uccisi ogni anno a causa dell’avorio che serve per i tasti del pianoforte e per le bilie da biliardo. Con la diminuzione del numero degli elefanti, aumenta vertiginosamente il prezzo dell’avorio. La società Brunswick offre un premio di $10.000 per chi trova un degno sostituto dell’avorio. F.I.Bi.S. – FEDERAZIONE ITALIANA BILIARDO SPORTIVO Breve storia del Biliardo Pagina 8 di 12 1858 Il “New York Time” pubblica regolarmente i risultati dei “matchs” di biliardo. 1859 Michael Phelan sconfigge John Seereiter nel primo campionato americano. 1859 M. Phelan, avendo guadagnato nel torneo la gigantesca somma di 15.000$, crea una società di costruzione di biliardi…. la “Brunswick Corporation”! 1860 Harvard e Yale competono nel primo match universitario di biliardo della nazione. 1864 Charles Dickens acquista un tavolo di biliardo per Natale. 1866 Incisione su legno del Biliardo Book del capitano Crawley, 6 buche ed i famosi calci in legno. Le sponde sono in effetti delle tavole in legno chiamate” Rives”. 1868 J.W.Hayatt (un chimico) inventa la Celluloide e salva molti elefanti…per via delle zanne d’avorio. Le bilie, nella collisione, emettono talvolta delle scintille ed a volte esplodono anche. Ciò conduce ad una ricerca scientifica più approfondita che condurrà all’invenzione di plastica, un’industria che si può dire che Hyatt abbia fondato. 1869 Incisione di una competizione di biliardo a 4 biglie su di un tavolo a 4 buche. 1873 M. Garnier si aggiudica il 1° campionato del mondo di biliardo “Carambola” a New York. 1875 Nascita dello Snooker nelle Indie Inglesi…. 1876 Mark Twain e Bret Harte scrivono un dramma nella stanza di biliardo della casa di Twain, nel Connecticut. F.I.Bi.S. – FEDERAZIONE ITALIANA BILIARDO SPORTIVO Breve storia del Biliardo Pagina 9 di 12 1879 Invenzione delle linee sul biliardo. La specialità “Quadro” è nata! 1888 Pittura ad olio di V. Van Gogh che raffigura un bel biliardo da Carambola. 1888 Un geniale Britannico propone di giocare al biliardo americano attribuendo 1 punto per ogni biglia imbucata. Comincia a nascere il gioco di serie (un punto dopo l’altro, una biglia imbucata dopo l’altra). I regolamenti attuali saranno messi a posto soltanto verso 1910. 1907 Il primo regolamento del gioco della “Palla 8”, inventato per la “Brunswick Company” per vendere un po’ più di tavoli; le biglie erano ripartite in 2 gruppi, 7 rosse,7 gialle e la biglia n° 8 era nera. 1925 Finale mondiale alla specialità “Quadro”, a 400 punti, partecipava J. Schaefer Jr. 1938 R. Conti sbaraglia alla grande gli americani Cochran & Schaefer, all’epoca del V° campionato del mondo alle 3 sponde. 1960 Il gioco della “Palla 9” è introdotto in competizione. Un giocatore medio stima di saper fare un punto quando lo realizza una volta su cinque. Un grande giocatore che manca un punto su cinque, stima di non saperlo realizzare. Roger Conti 26.06.04 La mia apparente facilità a Biliardo? Non ci credete. Sapeste come e quanto soffro !. Roland Dufetelle. 04.04.04 Il migliore allenamento per me è la competizione. È questo ciò che mi dà fiducia o sfiducia. Competere molto mi dà serenità, tranquillità, più rilassamento; ma se competo solo ogni tanto, ho troppa pressione per giocare bene. Dani Sanchez 21.03.04 Una stecca non è diversa da una penna, un flauto trasverso, o uno stiletto. Per imparare a padroneggiare tutti questi strumenti occorrono studio, perseveranza e una certa dose di predisposizione naturale William Makepeace Thackeray 15.03.04 Se posso giocare prima sulla bilia, mi sento molto più tranquillo Dani Sanchez 08.02.04 Ho visto giocare Jean Marty ed ora mi sento davvero demoralizzato ! Darry Cowl 31.01.04 Dare consigli non mi è piaciuto mai, è troppo delicato. L’unica cosa che mi sento di dire ai giocatori di Biliardo è che abbiano molta pazienza, che non abbiano fretta. Che non si disperino perché ancora non realizzano al “Tre Sponde” la media di 1,5. Se giochi al biliardo è semplicemente perché ti piace. Dani Sanchez 24.01.04 Ho sempre temuto i tiri di “bricole”. La sponda è per me sempre un mistero. Dani Sanchez 17.01.04 A Biliardo, l’obiettivo non è la media, è semplicemente quello di migliorare. Dani Sanchez 15.11.03 Essere o non essere. Giocare o non giocare. Jean Marty 30.10.03 Molti sono i giocatori che non osano avvicinarmi; neanche per pormi una semplice domanda sul Biliardo. Peggio per loro! Jean Marty 18.10.03 In nessun momento ho risentito la pressione di essere rilassato. Se di tanto in tanto commetto degli errori, non è grave perché i miei avversari ne commetterebbero altrettanti. E’ questa lucidità che mi ha permesso di vincere. Fonsy Grethen, campione del mondo al Pentathlon 04.10.03 Bisogna giocare per il piacere di giocare. Troppo spesso si gioca per guadagnare! Ricordate: il denaro viene dopo. Guillaume Accart 29.09.03 Se Zeus giocasse a Carambola, riunirebbe, incollandole, le tre bilie al primo colpo di stecca Jean Marty 19.09.03 Molti pensano che io possa dare delle lezioni di Biliardo, soltanto ai giocatori già forti. Jean Marty 29.08.03 Il nostro sport è, sfortunatamente, come una graziosa donna che non occorre vedere spesso se la si vuole trovare ai propri occhi ancora bella. 16.08.03 “Il Biliardo è uno di quei rari sport dove si può continuare a parlare a se stessi” Jacques Séguéla 

“Ci sono molti fattori, al Biliardo, che hanno a che fare con l’istinto. E’ necessario che non vengano repressi.” Frédéric Caudron 26.04.03 “Per progredire in questo sport, sarebbe meglio analizzare i propri difetti, invece di crogiolarsi sulle vittorie.” Stéphan Cohen 19.04.03 “Il Biliardo è per come un barometro: se io gioco male, divento intrattabile.” Stéphan Cohen 13.04.03 “Nel momento in cui ci si accorge di giocare un pò meno bene, sarebbe meglio abbandonare la scena.” Roger Conti 06.04.03 “Ci si ricorda sempre dei colpi brillanti, mai delle gaffes!” Roger Conti 29.03.03 Se i giovani non si avvicinano al Biliardo, allora facciamo in modo che sia il Biliardo ad avvicinarsi ai giovani. Ma, evidentemente, ciò è stato da sempre così lapalissiano, che nessuno ci ha mai pensato. Giuseppe Di Corrado 22.03.03 E’ facile apprendere come giocare a Carambola, ma è come a scuola; bisogna che la prima classe preceda la seconda e così di seguito. WILLIE HOPPE ( 51 volte campione del mondo ) 15.03.03 Ogni giocatore ha il suo proprio e personale colpo di stecca e, con quest’ultimo, deve potere realizzare la maggior parte dei tiri che gli si presentano. Frédéric Caudron 08.03.03 “Il saggio giocatore di Biliardo non rimpiange mai. Egli prevede.” Questo è tutto lo spirito dei libri di Jean Marty. Andrè Breton 28.02.03 Il Biliardo, che non è altro che un gioco di passatempo per chi “spinge” le bilie con più o meno abilità, diviene uno sport a tutti gli effetti per il giocatore che cerca “la serie”, “il piazzameno delle bilie”, “la media”, e che nulla lascia al caso. F. Blayac (gia Presidente del “Club Montpelliérain) 22.02.03 Ciò che contraddistingue un campione, uno vero, è che egli, la pressione che risente durante una competizione, la utilizza; non la subisce passivamente. Steve Mizerak 14.02.03 Sappiate che la missione di un dirigente è quella di preservare sempre l’interesse collettivo. Voi giocatori, invece, avete troppo spesso la tendenza a difendere soltanto i vostri interessi personali. Jacques Deneufve, Presidente della F.F.B. 07.02.03 Migliorare, a Biliardo, è innanzitutto imitare. Jean Marty 31.01.03 A Biliardo, la partita « Libera » di Carambola è ciò che i « centro metri » sono per l’atletica: una prova di velocità. Edmond Soussa 24.01.03 “Io amo gli oggetti belli. E quale oggetto è più bello di un tavolo da Biliardo Eddy Mitchell 17.01.03 “Sport difficile il Biliardo, nel quale la maestria non si può conquistare se non dopo anni di lavoro assiduo, metodico e riflessivo !.” Charles Faraux, Pluri campione del mondo. 10.01.03 “Il Biliardo deve sempre procurarVi il piacere di giocare e di migliorare.” Roland Dufetelle. 27.12.02 Applicarsi sui colpi difficili è infantile. Curare quelli facili richiede una volontà ed un’applicazione costanti. Roger Conti 19.12.02 Il forte giocatore gioca secondo i buoni principi appresi. Il Campione, egli, gioca secondo le sue verità. André Breton  A Biliardo, tutto ciò che non si può rifare, è perfettamente inutile. Giuseppe Di Corrado 05.12.02 «Le billard constitue l’art suprême de l’anticipation.» « Il ne s’agit pas d’un jeu mais d’un sport artistique complet qui nécessite, en plus d’une bonne condition physique, le raisonnement logique du joueur d’échecs et le toucher du pianiste de concert. » «Albert EINSTEIN» 28.11.02 Nella finale del Campionato del Mondo di Quadro 71/2 a Bruges nel 1968, “speedy” Jean Marty ha stordito Raymond Ceulemans con una serie di 300 carambole in 34 minuti. 21.11.02 Quando si guarda Francis Connesson costruire una serie di punti consecutivi, si assiste ad un capolavoro di sensibilità e di misura. Per lo spettatore lo sport si confonde con l’arte, facendogli dimenticare il considerevole e stressante allenamento che ha permesso e permette di raggiungere un tale rigore ed una tale perfezione. André Heurtebise, già Presidente della F.F.B. 14.11.02 La specialità Quadro 47/1 offre ancora, tra tutte le discipline di serie, un campo di ricerca e di evoluzione estremamente vasto. André Heurtebise, già Presidente della F.F.B. 07.11.02 Tutto il biliardo non è altro che rotazione. Jean Marty 31.10.02 Il richiamo automatico rimane nel mio spirito il vero senso del segreto del biliardo. Jean Marty 24.10.02 Il biliardo non appartiene a quelli che ne vivono, ma a quelli che lo fanno vivere. P. Lormant, FFB, 1967. 17.10.02 La progressione, a Biliardo, passa solamente dalle biglie vicine. Jean Marty 10.10.02 Un giocatore che non “falcia” non ha avvenire. Brahim Djoubri 03.10.02 Dal precursore generoso, Maurice Vignaux al tecnico Roger Conti, dallo stupefacente atleta Jean Marty all’artista incomparabile Francis Connesson, il Biliardo francese ha vissuto grazie ai suoi campioni, qualunque sia il loro status, delle ore che valgono a non essere dimenticate. André Heurtebise, già Presidente della F.F.B. 26.09.02 Nel 1976, dopo la conquista del titolo nazionale di Carambola Specialità “Quadro 47/2”, così risposi ad una domanda che richiedeva un mio commento sul campionissimo Antonio Oddo: << Ciò che sono diventato, come giocatore di biliardo, io lo devo certamente ed in grandissima parte, proprio ad Antonio Oddo.>>